Articolo di Daria Piccotti di Narravolando
Avete presente quando una stradina secondaria vi richiama? Seguite l’istinto, provate a deviare dalla strada principale e potreste scoprire luoghi che sembrano appartenere ad un altro tempo.
Borgata Selvaggio, nascosta tra le pieghe delle Alpi Cozie, è una di queste mete preziose. Siamo nel cuore della Val Chisone, ad appena 4 chilometri da Perosa Argentina, eppure immersi nella natura e nella pace. Qui, a 800 metri di altitudine, l’aria profuma di legna, di boschi, di memoria.
Foto di Daria Piccotti di Narravolando
Un crocevia di storie, sentieri e silenzi
Selvaggio non è solo un nome, è un richiamo e un invito a rallentare, ad ascoltare, a tornare all’essenziale. Situata tra le valli Chisone e Germanasca, la borgata si affaccia su un territorio ricco di storia e di percorsi da scoprire. Un tempo era un centro nevralgico per l’estrazione del carbone, infatti le miniere della zona sono rimaste attive fino agli anni Venti del secolo scorso. Ora sono i sentieri a segnare le rotte, tracciando nuove connessioni tra passato e presente.
La Route d’Artagnan passa proprio qui. Si tratta di un itinerario equestre europeo, che passa per Francia, Italia, Spagna, Belgio, Svizzera e Germania lungo un tracciato di oltre 4.000 chilometri. Cavalcare lungo questo percorso significa percorrere le orme del moschettiere di Dumas e, al tempo stesso, immergersi nei paesaggi incontaminati delle nostre montagne.
Selvaggio è anche un crocevia che racconta una lunga storia di passaggi e migrazioni: la Via dei Romani, ideale per gli amanti del cicloturismo, attraversa qui il suo cuore alpino. La zona è ideale anche per chi ama le lunghe camminate, grazie alla ricchezza di sentieri per il trekking, con itinerari adatti a ogni livello, tra fitti boschi, antiche mulattiere e angoli di meraviglia.
Foto di Daria Piccotti di Narravolando
Le radici di una comunità montana
Un tempo Borgata Selvaggio era una delle più grandi della valle. Tre nuclei distinti – alto, medio e basso – ospitavano famiglie, animali e attività artigianali.
Ogni zona della borgata aveva il proprio forno. Oggi solo uno è ancora in funzione: quello che ViviMontagna ha riportato in vita e continua ad accendere, in occasioni speciali, come simbolo di un ritorno consapevole alla comunità e alle tradizioni.
Fino agli anni Cinquanta, Selvaggio vantava persino una scuola. Un piccolo edificio che oggi resiste come testimone silenzioso di un’epoca in cui la montagna era piena di voci, di bambini, di vite che si intrecciavano tra le stagioni.
Foto di Daria Piccotti di Narravolando
Vivi la montagna con noi
Borgata Selvaggio non è un museo a cielo aperto. È un luogo vivo, che respira insieme alla natura che lo circonda e alle persone che lo attraversano. Grazie a ViviMontagna, oggi è possibile riscoprirlo in modo autentico, partecipando ad attività, laboratori, camminate guidate e momenti di condivisione. Qui si viene per esplorare, ma anche per fermarsi. Per incontrare storie, volti, e anche sé stessi.
Qui la montagna è maestra, compagna, orizzonte. E Selvaggio è il suo sussurro più intimo.