Esperienze

Il Distretto del Dahu: la leggenda si fa sentiero, il turista si fa comunità

Data: 15/08/2025

Articolo e foto di Daria Piccotti di Narravolando

Immaginate una notte alpina, il silenzio che si mescola al fruscio del vento tra i larici e al crepitio del fuoco nei camini. Proprio qui, tra veglia e sogno, le storie prendono vita: nelle valli alpine da secoli si sussurra di una creatura bizzarra ed elusiva, il Dahu.

La leggenda, diffusa con nomi diversi in tutto l’arco alpino, ce lo descrive come un animale simile ad un camoscio, ma con un segreto anatomico che lo rende unico. Per essersi adattato a vivere sui pendii scoscesi, il Dahu ha le zampe di un lato – destro o sinistro – più corte dell’altro. Questo lo rende un corridore impareggiabile lungo le curve di livello, ma con una insormontabile debolezza: non può cambiare direzione. Esistono infatti il Dahu levogiro, che percorre la montagna in senso antiorario, e il Dahu destrogiro, che le gira attorno in senso orario. La sua “caccia” era un tempo un vero e proprio rito sociale. L’antropologo Arnold van Gennep l’avrebbe definito un rito di passaggio: un gioco orchestrato dalla comunità montana per testare l’ingenuità dei forestieri e segnare il loro ingresso, attraverso una risata condivisa, nel cerchio di chi “appartiene” alla montagna.

Da rito di passaggio a invito all’incontro

Cosa succede quando una comunità, con ingegno e spirito d’adattamento, decide di prendere il suo rito più esclusivo e trasformarlo in un invito aperto a tutti? Succede che lo trasforma in accoglienza e il confine si apre in porta d’ingresso. In Val Chisone e Val Germanasca, il Dahu è diventato il cuore pulsante di un progetto che ribalta la prospettiva: il “Distretto del Dahu”.

È qui che si compie la magia del turismo esperienziale su cui si fonda la visione di ViviMontagna. Scegliere di esplorare queste valli non significa più essere il “forestiero” da mettere alla prova, ma diventare un ospite a cui svelare un segreto, un compagno di viaggio a cui affidare una storia. In questa scelta c’è tutta la tenacia delle genti di montagna, capaci di trovare nuove strade per condividere la propria identità, aprendo le porte non solo per mostrare un paesaggio, ma per intrecciare un dialogo. Il turista non è più uno spettatore, ma parte attiva di una narrazione, incluso in un patto di scoperta reciproca.

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Incontrare il Dahu oggi: un mosaico di esperienze

Come si può incontrare il Dahu oggi? Non più con un gioco di furbizia, ma con i sensi aperti, immergendosi in un territorio che ha trasformato la sua leggenda in un mosaico di avventure autentiche.

  • L’incontro in volo: L’esperienza più adrenalinica è affidata alla zipline che collega Pomaretto a Perosa Argentina, “Il Volo del Dahu“. È un volo che toglie il fiato, un modo per abbracciare la valle con lo sguardo di un falco in volo, con il sapore della libertà tra le labbra.
  • L’incontro passo dopo passo: Il modo più intimo per entrare in sintonia con il distretto è camminare. Si può seguire il Sentiero del Dahu, un percorso che si snoda tra boschi e panorami, o avventurarsi tra le antiche borgate che raccontano storie di fatiche e libertà. Oppure ci si può inoltrare nelle viscere della montagna con l’Ecomuseo Scopriminiera, un viaggio nel passato minerario della Val Germanasca. La partnership “Emozioni tra cielo e terra” tra la zipline e l’ecomuseo lega indissolubilmente l’aria e la roccia, il sopra e il sotto, in un incontro completo con l’anima del luogo.
  • L’incontro con i sapori: L’identità di un luogo si assapora anche attraverso il gusto. Il marchio Le Delizie del Dahu riunisce i produttori che, con un’agricoltura tenace, coltivano queste montagne. Assaggiare il formaggio prodotto solo con foraggi locali, sorseggiare il vino Ramie strappato a vigneti appesi ai crinali di roccia o scoprire il miele che racchiude i profumi dei pascoli d’alta quota è un altro modo per incontrare lo spirito di questa terra.
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La vostra esperienza inizia qui

Visitare il Distretto del Dahu è molto più di una gita in montagna. È un’immersione in una comunità che ha saputo trasformare il folklore in futuro, l’isolamento in apertura e una vecchia storia in un’esperienza viva e pulsante. È la dimostrazione che il turismo può essere un ponte tra culture, un dialogo tra chi ospita e chi viaggia, un modo per tornare a casa con una storia da raccontare, sentendosi parte di quella leggenda.

Questo è solo un assaggio. La storia del Dahu è ricca di sfumature, dall’arte che lo celebra al brivido del suo volo.

Per scoprire cosa si nasconde dietro il folklore e per vivere le emozioni della zipline, non perdetevi i nostri prossimi post di approfondimento su Instagram! Seguiteci su @vivi.montagna e continuate il viaggio con noi.

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