Tradizioni Montane

Il forno comunitario: la cultura della condivisione nella borgata

Data: 12/09/2025

Articolo e foto di Daria Piccotti di Narravolando

C’è un profumo che, più di ogni altro, sa di casa, di festa e di comunità: è il profumo del pane appena sfornato. A Borgata Selvaggio, questo profumo ha una storia antica, che si intreccia con quella delle pietre, dei boschi e delle persone che hanno abitato questa montagna. È la storia del forno comunitario, un cuore pulsante che oggi, grazie a ViviMontagna, ha ripreso a battere.

Dopo avervi incuriosito sui social, è arrivato il momento di addentrarci in questo racconto. Non una semplice storia di panificazione, ma un viaggio alla scoperta della cultura della condivisione che da secoli anima le nostre valli.

Il forno come luogo di aggregazione sociale della Borgata

Come vi abbiamo accennato, un tempo a Borgata Selvaggio c’erano ben tre forni, uno per ogni nucleo di case. Una necessità, certo, ma soprattutto il simbolo di una comunità organizzata e viva. Come attestano diversi studi etnografici sulla vita nelle Alpi, il forno era il vero centro di aggregazione della vita comunitaria.

La panificazione era un rito scandito da regole precise e condivise. A turno, le famiglie si ritrovavano per cuocere il pane settimanale. Le donne, vere custodi di questo rito, portavano la farina, l’acqua della fontana e il lievito madre, accudito con grande cura. Nell’attesa che le pagnotte si dorassero, si tesseva la rete invisibile ma fortissima della comunità: si scambiavano chiacchiere e notizie, si rinsaldavano legami, si appianavano divergenze.

Il forno comunitario: la cultura della condivisione nella borgata
Il forno comunitario: la cultura della condivisione nella borgata

Un sigillo per il pane, un simbolo di appartenenza

In un mondo in cui il pane era un bene preziosissimo, come si riconosceva la propria pagnotta in mezzo a tutte le altre? La risposta si trova in un’usanza affascinante, che non è solo un vago ricordo ma un fatto storico, meticolosamente documentato.

Esiste infatti una ricerca fondamentale sull’argomento, il volume Marcare il pane, decorare il burro. Gesti e stampi nella vita quotidiana di Jacques Chatelain e Gherardo Priuli, in cui vengono analizzati e catalogati gli antichi “sigilli da pane”, proprio nell’area delle Alpi Occidentali. Questo studio attesta come fosse diffusa, anche in Piemonte, la pratica di “marcare” il pane.

Ogni famiglia possedeva un timbro in legno, spesso intagliato a mano con le iniziali o un simbolo caro, che veniva impresso su ogni pagnotta prima di infornarla. Come spiegano gli esperti di cultura materiale alpina, non era solo un segno di proprietà, ma un vero e proprio simbolo di identità e di orgoglio.

Dalle nostre valli un’eredità da custodire

La tradizione dei forni comunitari è un’eredità che appartiene a tutte le nostre valli. Non lontano da Perosa Argentina, borghi come Usseaux e Roure conservano ancora oggi forni antichi e murales che raccontano scene di vita contadina, a testimonianza di quanto questa pratica fosse centrale.

L’importanza di queste tradizioni è oggi confermata dal lavoro di enti come l’Ecomuseo delle Miniere e della Val Germanasca, che si dedicano a preservare e raccontare la cultura materiale e immateriale del nostro territorio. Grazie a loro, sappiamo che il forno non era solo per il pane: una volta terminata la cottura principale, il calore residuo veniva sfruttato per cuocere torte, biscotti o per essiccare frutta e funghi. Nulla andava sprecato, in un’economia di sussistenza che oggi chiameremmo, circolare.

Il forno comunitario: la cultura della condivisione nella borgata
Il forno comunitario: la cultura della condivisione nella borgata

Il forno di ViviMontagna: una fiamma che arde di nuovo

Oggi, di quei tre antichi forni di Borgata Selvaggio ne è rimasto solo uno: il nostro. Lo abbiamo riacceso con rispetto, consapevoli di maneggiare non solo pietre e mattoni, ma la memoria storica di questo luogo.

Il nostro forno è il cuore della nostra ospitalità. È a disposizione degli ospiti, che possono non solo gustare i prodotti che prepariamo con cura – pane, pizze, torte salate, ma anche conserve e dolci tipici come i marron glacé – ma diventare loro stessi protagonisti. Organizziamo corsi di cucina per riscoprire il piacere di impastare, di attendere la lievitazione, di condividere il calore e il sapore di un cibo fatto con le proprie mani.

Vogliamo che il profumo che si sprigiona dal nostro forno non sia solo un’esperienza per i sensi, ma un ponte che collega i nostri ospiti alla storia e all’anima di questa montagna.

La storia del nostro forno è ricca di aneddoti e sapori.

Continuate a seguirci sui nostri canali social: nelle prossime settimane vi sveleremo qualche antica ricetta e altri segreti di questa meravigliosa tradizione!

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