Articolo e foto di Daria Piccotti di Narravolando
L’autunno, nelle valli Chisone e Germanasca, ha il profumo delle foglie umide nei boschi, dei camini accesi nelle borgate, delle castagne che arrostiscono lentamente, sprigionando un aroma che si diffonde lungo le strade. A Perosa Argentina, nel cuore di queste valli, la gastronomia racconta il legame con terra offrendoci piatti semplici, nati per nutrire e scaldare e che sono testimoni di antiche stagioni che si ripetono.
Tra questi piatti, alcuni nomi risuonano come eredità: la Glara, la Calhëtta, e i dolci con il Marrone di Perosa, simbolo di un territorio che ha fatto del castagno la sua linfa vitale.
Glara: il calore di una zuppa che profuma di casa
Il nome “Glara” porta con sé il sapore delle serate d’inverno. È un piatto povero, nato nelle cucine contadine con quello che c’era a disposizione: patate, cipolle, verdure dell’orto, pane raffermo. Un cibo semplice, che aveva la capacità di dare conforto e sazietà dopo una giornata nei campi o tra i boschi.
Oggi la si può assaporare in alcune trattorie della valle, riproposta in chiave autentica: una zuppa densa, profumata, da gustare lentamente. Vegetariana per natura, resta uno dei piatti più genuini della tradizione, capace di incontrare i gusti di chi cerca autenticità senza appesantirsi.
Calhëtta: gnocchi di montagna dalla forma antica
Tra i piatti che raccontano la valle, spicca anche la Calhëtta, conosciuta in alcune zone come “cajette”. Sono gnocchi particolari, che nascono dall’unione di patate crude grattugiate, farina e aromi. Un impasto rustico che, una volta lavorato a mano, assume una forma allungata, simile a piccoli fusi: si dice infatti che ricordino gli strumenti del lavoro femminile di un tempo.
Lessati in acqua e poi conditi con burro fuso e salvia, i Calhëtta sono il piatto della domenica e dei giorni di festa. Nella versione più antica compariva anche il lardo, ma oggi sono spesso proposti in varianti più leggere, talvolta arricchiti da funghi di bosco o erbe di montagna. È un piatto che nasce dalla manualità, che richiamo il momento comunitario della lavorazione della pasta e delle tavolate pronte ad accogliere le famiglia riunite.
Il Marrone di Perosa: la ricchezza dei boschi
Perosa Argentina custodisce un prezioso tesoro: il Marrone di Perosa Argentina, riconosciuto come eccellenza piemontese. I castagneti che circondano il paese sono stati per secoli fonte di vita e sostentamento, e ancora oggi scandiscono i ritmi della comunità.
Le castagne erano considerate il “pane dei poveri”, perché permettevano di superare gli inverni rigidi con mille usi diversi: dalle farine per il pane e le zuppe, fino ai dolci più semplici. Oggi il Marrone di Perosa non è solo memoria, ma anche identità, celebrata in sagre e feste autunnali che trasformano la raccolta in occasione di incontro.
Frittelle di castagne: il dolce semplice e autentico
Se il bosco regala i marroni, la cucina li trasforma in dolci che hanno il sapore della convivialità. Uno dei più amati e diffusi a Perosa Argentina sono le frittelle di castagne, una preparazione tanto semplice quanto irresistibile.
Un tempo bastava un po’ di farina di castagne, acqua e zucchero per creare un impasto denso, pronto da friggere nell’olio caldo. Il risultato erano piccole nuvole croccanti fuori e morbide dentro, profumate e leggermente dolci, capaci di scaldare le serate d’inverno attorno al camino. Oggi le troviamo arricchite con uvetta, scorza d’arancia o pinoli, ma il cuore rimane lo stesso: un dolce dall’ingegnosità, che ha saputo attraversare i secoli senza perdere la sua magia.
Assaporare una frittella di castagne significa mordere l’autunno della valle: il bosco, la legna che brucia, la comunità riunita. È un dolce che racconta senza parole la storia di un territorio e che oggi i turisti possono gustare durante sagre, mercatini o nelle cucine delle case locali.
Sapori autentici per chi visita la valle
Glara, Calhëtta, frittelle di castagne e molti altre specialità locali non si limitano a saziare, ma raccontano. Sono sapori che nascono dalla terra e dalle mani, dalla necessità trasformata in arte.
Per chi arriva a Perosa Argentina, provarli significa conoscere la valle in modo intimo, lasciandosi guidare non solo dai panorami, ma anche dai profumi che escono dalle cucine. La gastronomia qui non è spettacolo, è identità: un invito a sedersi, ascoltare e condividere.
Forse è proprio questa la vera magia dell’autunno nelle valli Chisone e Germanasca: non solo vivere il paesaggio, ma assaporarlo, un boccone alla volta.
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