Dove la montagna si fa arte
Articolo di Daria Piccotti di Narravolando
Il valore del saper fare: le mani che raccontano la montagna
Nelle Valli Chisone e Germanasca la montagna si racconta attraverso le mani di chi la vive.
Mani che intagliano, filano, scolpiscono, che trasformano la materia in memoria. Qui l’artigianato non è semplice mestiere, ma linguaggio identitario: un modo per conservare il legame con la terra, con i boschi e con le persone che li abitano. Ogni oggetto nasce dal tempo lento della creazione e racchiude l’essenza stessa del turismo esperienziale che anima ViviMontagna: vivere il territorio con autenticità, lasciandosi toccare dalla sua anima artigiana.
Due materiali simbolo raccontano questa storia secolare: il legno, radice forte della tradizione valdese, e il filo, che unisce passato industriale e rinascita comunitaria.
Artigianato del legno: tradizione valdese e design sostenibile
Nelle antiche borgate della Val Chisone, il legno è sempre stato compagno di vita. Tra Seicento e Ottocento, nelle comunità valdesi, l’intaglio a punta di coltello decorava cofani, utensili e cucchiai. Quelle incisioni, tramandate di generazione in generazione, non erano solo ornamento ma una narrazione identitaria, tanto delle persone quanto della montagna stessa.
Oggi questa tradizione rinasce nei laboratori locali, dove il sapere artigiano incontra tecnologie sostenibili e design contemporaneo. Ogni nodo del legno custodisce un ricordo, ogni venatura è una mappa di storie e appartenenze. Visitare una bottega significa entrare in contatto con un sapere che si rinnova senza perdere autenticità.
Tessitura e lana nelle valli: il filo della memoria
Nel cuore di Perosa Argentina, la memoria del tessile continua a pulsare. Nell’Ottocento i grandi setifici trasformarono la valle in un centro produttivo, ma quando l’industria si spense, il sapere manuale rimase vivo.
Oggi l’Ecomuseo dell’Industria Tessile conserva quella storia e ne racconta l’eredità. Intorno, piccole realtà artigiane riportano in vita la tessitura, creando spazi condivisi dove il lavoro manuale torna ad essere linguaggio di comunità. È un filo che unisce generazioni, intrecciando passato e futuro, una trama che si rinnova nella manualità.
Gino Tron e famiglia: generazioni che danno forma alla valle
A Pinasca, nella Falegnameria Tron, il profumo di resina e legna tagliata accoglie chi entra come una carezza familiare. Gino Tron apre la sua falegnameria a Pinasca nel 1987, dopo aver ottenuto il riconoscimento Piemonte Eccellenza Artigiana oggi porta avanti la tradizione di famiglia.
Insieme trasformano la falegnameria in un luogo d’incontro tra tradizione e innovazione: arredi su misura, infissi e scale, diventano opere di equilibrio tra tecnica, bellezza e sostenibilità. Ogni creazione è una testimonianza di continuità, dove il sapere antico si fonde con la visione contemporanea di chi sceglie di restare, lavorare e costruire futuro in montagna.
Enrico Challier: lo scultore che ascolta la voce del legno
Poco distante, sempre a Pinasca, il legno trova una voce poetica nelle opere dello scultore Enrico Challier. Laureato in Scienze Politiche, ha scelto la via dell’arte, dedicandosi interamente alla scultura.
Nel suo laboratorio al margine del bosco, Challier rimuove, più che aggiungere: svela la forma che dorme dentro il tronco. Le sue figure femminili, essenziali e vibranti, sembrano emergere da un sogno. La luce scorre sulle superfici e trasforma la materia in emozione. Riconosciuto in Italia e all’estero, oggi insegna a Pinerolo, trasmettendo ai giovani l’amore per un mestiere che è anche esercizio di ascolto e introspezione.
Filosofia Lana e Filati: tessere a mano la comunità
A Pinerolo, Antonella Meloni ha trasformato la sua passione in un luogo di incontro: Filosofia Lana e Filati.
non è solo un negozio, è una comunità tessile dove la creatività si intreccia alla socialità. Qui si vendono filati naturali e si organizzano corsi di tessitura, tintura e feltro, ma il cuore pulsante è il Knit Cafè, un ritrovo gratuito del venerdì pomeriggio in cui si lavora a maglia insieme, tra chiacchiere e fili colorati.
Antonella lo descrive così: nella vita serve anche un po’ di leggerezza. In quel gesto lento, che unisce persone e storie, la leggerezza diventa profondità. Una filosofia perfettamente in linea con quella di ViviMontagna, dove il turismo è dialogo, cura e riscoperta di sé.
POL.IN Couture: moda etica e creatività a chilometro zero
A Pinasca Paola Paletto nel 2015 ha dato vita ad un “piccolo brand di moda sostenibile italiano“, POL.IN Couture: un piccolo grande gioiello dell’artigianato locale che Paola anima ogni giorno insieme all’artista e amica Sefora Pons. Nel loro laboratorio di moda artigianale, ogni capo è unico: tagliato a mano, stampato con linografie e inchiostri all’acqua, realizzato con tessuti naturali e canapa locale.
Nessuno spreco: gli scarti vengono reinventati in preziosi accessori, i bottoni nascono da stampa 3D in PLA, un materiale ricavato dal mais. Le due artigiane insegnano a ridare vita ai materiali e alle idee, fondendo etica e bellezza. In questo laboratorio la montagna incontra il mondo, e l’artigianato diventa gesto artistico e sostenibile.
Turismo esperienziale e artigianato: vivere la montagna con tutti i sensi
Esplorare l’artigianato delle Valli Chisone e Germanasca significa scoprire il cuore più autentico del turismo esperienziale.
Ogni bottega è una porta aperta sul territorio, un invito a conoscere la montagna attraverso chi la abita e la trasforma.
Da Borgata Selvaggio, cuore del progetto ViviMontagna, è possibile visitare queste realtà, partecipare a laboratori e soggiornare negli appartamenti immersi nel verde, tra silenzi, legni e profumi di resina.
È un modo di viaggiare che rigenera e moltiplica il sapere, perché nelle mani degli artigiani si custodisce l’anima stessa delle nostre montagne.